Climbing trip in Sardegna
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È ormai fine settembre, le giornate si stanno accorciando e al mattino l’aria inizia a diventare croccante.
Guardando indietro ai mesi estivi sono felice, abbiamo vissuto un sacco di avventure, su roccia, neve, e creste in alta montagna! Tutte esperienze che hanno arricchito il nostro bagaglio personale e che ci hanno dato momenti di grande gioia e soddisfazione. Abbiamo cercato di incastrare il meglio possible ogni giorno libero che coincidesse anche con una giornata di bel tempo. Tante volte siamo partiti e arrivati in cima, altre volte abbiamo saputo aspettare o addirittura rinunciare, tornando a casa senza nemmeno esserci sporcati le mani di magnesite e lasciando dei “conti aperti”.
Tra tutte le cose che però abbiamo (o non abbiamo!) fatto ce ne mancava ancora una, che era sentire un po’ di sale sulla pelle, respirare un po’ di quell’aria carica di iodio.
Ed ecco che ci troviamo al 2 di ottobre a comprare, con grande anticipo, i biglietti per il traghetto che ci porterà in Sardegna, ben due giorni dopo 😉
Io sono stata varie volte in Sardegna ma mai ad arrampicare. Marco invece i colori del mare sardo, il pane carasau, il cannonau e le seadas non le ha proprio mai viste.
Partiamo con tanta voglia di arrampicare ma senza una meta ben precisa. Facciamo base a Cala Gonone per i primi giorni. A noi si è aggiunta una coppia di amici trentini, grandi amanti della Sardegna, delle sue falesie e delle sue strade su cui pedalare.
Marco ed io siamo carichi per fare una via dietro l’altra e per vedere più posti possibili. Praticamente più che un viaggio più o meno “rilassante” al mare il nostro si rivelerà perfetto per finire la pelle, grazie anche alla straordinaria abrasività della roccia sarda, per dormire poche ore a notte, per scolarsi una marea di Ichnusa e per tornare a casa con tanta voglia di sfondare il divano!
Dopo due giorni di falesia e bici andiamo a fare la nostra prima via in terra sarda sul monte Oddeo. Un nome un programma, la via si chiama “appointment with the beer”! 7 tiri su calcare verdoniano, in una vallata verde a pochi chilometri da Cala Gonone. Come battesimo direi bomba!
Il giorno successivo decidiamo di andare a fare una via sulla famosa guglia di Pedra Longa ma, ahimè, rinunceremo una volta arrivati lì in quanto davanti a noi c’erano già molte cordate e dal passo non troppo celere. Ma come tutte le rinunce che abbiamo fatto ad oggi anche questa ha avuto il suo lato positivo. Da Pedra Longa guardando verso nord si staglia imponente la Punta Giradili, fino a poco prima da noi non considerata. Ed ecco che nasce l’idea di fare una via proprio lassù. I gradi sono piuttosto severi e l’esposizione e la sua lunghezza ci fanno un pelo titubare. La parete è esposta a sud est e quando si arrampica al sole, nonostante sia ottobre, fa ancora molto caldo ed i piedi rischiano di scoppiare prima del previsto. La via che vogliamo fare si chiama Mediterraneo, 7a+ max, 8 tiri verticali su placche con roccia a gocce che se non si ha già un bel callo lasciano facilmente il segno. Partiamo. La via si rivela spaziale, in un ambiente pazzesco con vista d’eccezione su Pedra Longa. E, cosa molto importante, siamo gli unici in tutta la parete!
Elena e Davide, i due ragazzi che sono con noi, sono due atletoni, tutti e due sono stati in nazionale di sci alpinismo quindi, come dice marco, hanno un gran motore. Ci propongono di fare con loro ed un altro amico guida le prime tre tappe del selvaggio blu. Ma in giornata. Io sono quella poco convinta di ma Marco è gasato e quindi si parte. Parcheggiamo presso la ormai famigliare guglia di Pedra Longa e ci incamminiamo con le prime luci dell’alba. Ammiriamo la Punta Giradili e la linea su cui abbiamo arrampicato il giorno prima.
Non c’è tanto tempo per fermarsi a fare troppe foto perché i km da fare oggi sono 28, con 3000d+ ed un percorso non scontato e soprattutto non segnalato. Dopo 23 minuti vista la partenza di corsa avevamo già saltato il primo bivio ed eravamo incastrati nei cespugli. Ritrovata la retta via tra sentieri invisibili sui campi slavati e scogliere a picco sul mare, 7h dopo, arriviamo a Cala Goloritzè, con le gambe piene, lo stomaco vuoto e tanta soddisfazione!
La Sardegna è bella, ed anche grande, troppe cose da vedere in 10 giorni.
Cambiamo costa, guidiamo verso sud ovest con destinazione Buggerru, le falesie e le sue vie sul mare. Abbiamo messo gli occhi sulla scogliera di Masua, Capo Pecora e sul Pan di Zucchero ma un maestrale forte e fastidioso ci impedirà di arrivare (in gommone) al Pan di Zucchero. Le alternative restano comunque tante, una falesia in un cayon ci regalerà belle emozioni. West coast sarda significa terra dei tramonti nella zona dell’Iglesias e così ci armiamo di macchine fotografiche e friend per andare ad arrampicare nell’affascinante Capo Pecora. Strutture di granito dal profilo tondeggiante ma dalla superficie rugosa escono dal mare creando pareti piene di fessure per sfogare la voglia di incastri di Marco. Il panorama è lunare. Le mie prove di incastro sono state misere ma per fortuna saranno le foto a tirarmi su il morale 😉
L’ultima via della nostra avventura sarà a Masua, proprio sul mare, che nel frattempo, si è placato.
La costa ovest è selvaggia, si sente forte il soffiare del vento ma allo stesso tempo anche il calore del sole.
Finiti i tiri di Megaminimondo ci godiamo qualche istante il panorama, felici di poterlo apprezzare.
Apprezziamo anche le calate verso la spiaggia, che ci porterà ad un baretto dove concluderemo la via, ed il viaggio, con un’altra Ichnusa in mano ed un ultimo sguardo verso la costa. È un arrivederci a presto, Sardegna.
Ragazzi, non sapete cosa vi siete persi sul Pan di Zucchero. Roccia vergine e pulita come la madonna. Anche i tiri facili ti riempiono di una soddisfazioni immensa. Al Castello dell’iride invece c’è supergulp che, a detta di tutti, è una delle vie più belle di tutta Italia. Io ci passo tutte le estati, se il prossimo anno ci ritornate vi prego avvisate sui sociale che provo a beccarvi. Un forte abbraccio.
Ciao Sebastiano! ehhh ci è dispiaciuto un sacco non riuscire a salire sul pan di zucchero ma per fortuna è solo posticipato, torneremo sicuramente (e con molto piacere) in sardegna! Prossima volta avvisiamo 😉
Foto stupende, cala Goloritze che bei ricordi…. Grazie mille per le foto, veramente bellissime e la Sardegna a ottobre sarà stato un incanto…. Grazie ragazzi
Ciao Davide, Sardegna spaziale! Grazie a te per esserti preso del tempo per leggere il nostro racconto e guardare le foto!
Ma siete uno spettacolo! Bravi belli (a) e ahimè giovani! Mi fate un sacco ridere con i vostri video! m.
Grazie mille Michele! Felici che i nostri video siano apprezzati! Buone avventure e a presto!
Bravi e bravissimi… complimenti per le magnifiche foto…ci fate sognare come sempre!!!
Grazie per condividere dei così bei momenti!!!
Che foto pazzescheeeee! Spettacolo! La Sardegna è davvero un incanto. Ma poi a Marco sono piaciute le seadas?
Ema le seadas Marco le ha divorate. Letteralmente ordinate a due al colpo hahaha
Grandi babutzi.. Non sono mai andato in Sardegna.. Perché innamorato della Corsica.. Ma un salto mi sa che mi toccherà farlo ora.. Bravi e bedde foto…
Grazie Gian! Ehhh toccherà comunque anche la Corsica mi sa prima o poi 😉
La Sardegna è ricca di bellissime sorprese e i sardi sono persone eccezionali con un cuore d’oro. Il turista vede mare e mangiate di pesce. Il viaggiatore luoghi incantati da conquistare con fatica e una cucina capace di sfruttare tutto quanto la sua terra sa donare. E i trekking e le vie di arrampicata sono unici. Credo che abbiate solo iniziato…. dai l’anno prossimo fateci sognare come sapere fare voi.😀
La Sardegna è pazzesca!! Si penso anch’io che abbiamo solo iniziato! E che bello avere posti così “vicini a casa”! Ci impegneremo per farlo, grazie mille Fabio!
Fantastico racconto e foto super, è da tempo che penso a un viaggio in Sardegna e, dopo questo report la voglia aumenta.. Bravi ragazzi🔝🤙🏼