Cinque tappe di Selvaggio Blu

Passi dei mesi a pianificare tutto nei minimi dettagli ma poi si sa, all’ultimo è sempre e solo il meteo a decidere. Non possiamo dire di essere in montagna, ma il Selvaggio Blu ha la capacità di farti sentire piacevolmente isolato, a momenti pure un po’ disperso, accompagnato solo dal rumore dei tuoi passi su questi “sentieri” di calcare tagliente.

L’anno scorso a ottobre e quest’anno a maggio siamo venuti a vederci le tappe di questo affascinante trekking, consapevoli del fatto che senza tracce gpx, nonostante un buon orientamento, sia difficile trovare la retta via. Bolli di vernice blu sbiadita, qualche raro segnale nell’incavo dei rami tutto da interpretare e qualche ometto sparso qua e la sono le uniche tracce che ti fanno capire di essere (in teoria) nella direzione giusta.

Ci troviamo con Luca e Zeynep. Zeynep ha deciso di regalare questa esperienza a Luca per i suoi 30 anni. Luca ha già fatto varie avventure con Marco e questa era una di quelle messe nel cassetto dei desideri.

Il mio ruolo è di aiutare nella logistica del cibo, mail di permessi, attrezzatura da portare e casse da preparare, mentre Marco ovviamente si prenderà cura di tutta la parte alpinistica.

Il nostro giro prevede di partire da Pedra Longa, di fare una lunga tappa il primo giorno fino a Portu Pedrosu, dove dormiremo la prima notte. La seguente sarà nell’entroterra, per poi riportarci nelle bellissime spiagge di Mariolu e Biriala. Ma appunto, l’ultima decisione non sarà la nostra. 

A Pedrosu ci godiamo le stelle, la temperatura ci obbliga al piumino ma dentro al sacco a pelo si sta da dio. Il vento inizia a soffiare forte e solo la mattina successiva ci verrà detto che è entrata una forte Tramontana, che durerà per qualche giorno. Con noi a Pedrosu c’era un gruppo numeroso di 13 persone. La mattina nella foga di aiutarli a caricare i loro bagagli nel gommone con il mare che si stava ingrossando velocemente, ci siamo dimenticati di caricare la nostra tenda. Ed ecco che la breve tappa fino a Genn’e Mudregu avrà tutto un altro peso sulle nostre spalle. Anzi, sulle spalle di Marco.

Siamo gli unici ad aver fatto questa scelta come luogo dove passare la notte, e ci troviamo piacevolmente soli. Questa volta dopo la fatica fatica fatta per portare la tenda, decidiamo pure di usarla 😉

Il ragazzo che al mattino è venuto a riprendere la nostra attrezzatura ci informa del fatto che il rifornimento con il gommone è impossibile. Ed ecco il nuovo cambio. Non vogliamo rinunciare alla tappa più panoramica ed aerea quindi decidiamo comunque di fare la ferrata a nord di Goloritzè, per poi tagliare verso l’entroterra in direzione del nostro terzo punto di rifornimento. Il cielo è un po’ cupo ma comunque l’ambiente è fenomenale, e poi quelle nuvole nere aggiungono un po’ di pepe alla giornata. Dovrebbe piovere. Probabilmente la forte tramontana ha spazzato via anche il loro piano. Al bivacco rimontiamo la tenda. Diciamo che non possiamo dire che le temperature siano rigide ma neanche quelle che ci saremmo aspettati di trovare. 

Troviamo le braci ancora calde dalla notte prima. In men che non si dica riaccendiamo un piccolo fuoco che ci terrà compagnia durante la cena. Il fuoco si sa, scalda il cuore, la mente e gli animi. Ed ecco che nasce in noi una nuova idea: non si può fare rifornimento dalla spiaggia? E allora facciamo una tappa in autonomia! Invertiamo gli zaini e ci carichiamo tutto il caricabile sulle spalle. Che poi il problema è solo l’acqua, che deve bastare per il giorno (e questa è la tappa più lunga delle 5), per la cena, la colazione, e tutto il giorno successivo, fino al nostro arrivo a Cala Sisine. Giochiamo a Tetris con bottiglie sacchi a pelo, materassini e qualche panino qua e là. Siamo gasatissimi e l’idea di essere autonomi ci piace molto. 

Arriviamo a Biriala dopo una lunga ma bellissima giornata. Anche qui siamo soli. Nella settimana più affollata siamo riusciti ad andare un pelo controcorrente a rendere questo Selvaggio Blu ancora più selvaggio. 

Biriala ci regala una bellissima alba sul mare ancora increspato, prima di rimetterci in cammino verso nord.

Cinque giorni memorabili con un’atmosfera allegra e spensierata, accompagnati dalle battute di Luca e dalla compagnia sempre positiva di Zeynep.

Si conclude qui il primo Selvaggio Blu. Ora ci concediamo una settimana di “pausa” dove vogliamo solo pensare a mettere le mani sulla roccia sarda prima del secondo Selvaggio Blu di questo ottobre. 

Se il prossimo anno a maggio volete selvaggiarvi tutti con noi, abbiamo già delle date in programma, per maggiori info scriveteci una mail a avventuriamocitutti@gmail.com

One comment
  1. Ciao Marco e Alice,mi chiamo Nicola,appassionato di montagna e di avventure come voi! Lavoro a Cala Gonone come skipper e guida ambientale,e con la nostra azienda proponiamo logistica via mare per il Selvaggio,non solo ma abbiamo anche varie tipologie di alloggi ed un ristorante proprio nel porto.
    Vi lascio la mia email se siete interessati a delle collaborazioni!
    Un saluto Nicola

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